Lucca è “l'industriosa”, ma anche dopo un soggiorno di una settimana può capitare di stropicciarsi gli occhi, chiedendosi se questa non è una città addormentata.
Genova è “la superba”, ma la sua gloria è attenuata a prima vista dalla diffusione e l'onnipresenza dell'elemento commerciale.E Livorno è “la cara”. Certamente nessun altro attributo potrebbe sembrare così palesemente sbagliato. Lasciamo però che il viaggiatore cessi di viaggiare per un po' e si conceda un periodo di riposo sulla costa livornese, immergendosi nelle acque salubri del mar Tirreno, passeggiando sul lungomare nei giorni freschi di primavera e nei caldi pomeriggi invernali, bevendo nella salutare brezza e beandosi delle glorie dell'arcipelago della Gorgona, permettendogli di mescolarsi liberamente con i festosi, cortesi e soddisfatti livornesi, che veramente amano dare il benvenuto ad un straniero, ed alla fine egli vedrà che il Tempo ha giustamente chiamato Livorno “la cara”, che cara è per davvero.
(Montgomery Carmichael, “In Tuscany”
John Murray, London 1901)
John Murray, London 1901)
Montgomery Carmichael era vice console Britannico ed in seguito console per la Toscana eccetto Firenze, l'Umbria, le Marche e San Marino dal 1890 al 1922. Ritiratosi dal lavoro continuò a vivere a Livorno fino alla sua morte, nel 1936.
La prima foto ritrae il monumento a Ferdinando III, Granduca di Toscana, in piazza della Repubblica.
La seconda immagine è un ritratto del console ricavato da una pubblicazione locale ormai defunta, “La Canaviglia”, così chiamata dal nome del bastione della Fortezza Vecchia, una fonte preziosa per molti di questi post.
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