Questa è la prima volta che ho visitato un parco cittadino chiamato “Villa Regina” e forse sarà anche l'ultima. L'ingresso sembrava abbandonato ed non era certo invitante, ma dovevo esplorarlo e sono entrato.La prima parte del parco è un viale alberato, spettralmente deserto nel primo pomeriggio di domenica. Le piante spelacchiate non erano erano assolutamente in grado di fornire il conforto di un po' d'ombra sotto il sole d'agosto.Superato un sottopassaggio ho scoperto strani segni di vita, poco prima del parco vero e proprio: un intero muro di queste impronte, che esprimono senza dubbio la volontà di ogni creatura vivente di fuggire da questo posto triste.Una mezza dozzina di questi attrezzi stavano cuocendo al sole in un pezzo di terreno non curato. Non lontano, un ponticello completamente coperto di graffiti attraversa un canale privo d'acqua, che ovviamente porta ad un laghetto ancora più asciutto.Questo è probabilmente il clou del parco: mi ha fatto tornare in mente la montagna piatta di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Forse è solo una fontana con una vasca vuota.Tornando velocemente verso il mondo normale ho trovato questo murale, che mi è piaciuto subito. Non ho idea di quali cose rappresenti, ma sono certamente più carine di tutto quello che ho visto qui. Non ho incontrato nessuno a “Villa Regina”: sono stato solo tutto il tempo.
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