
Sembra che due fuochisti gallesi, resi audaci dalla loro ubriachezza, avessero avuto un alterco con un marinaio toscano sobrio. Un insulto, vero o immaginario, nei confronti della ragazza al braccio dell'uomo fu la causa di tutto. Il sangue che va alla testa di un toscano per folli motivi di gelosia è più forte e mortale di qualsiasi bevanda alcolica e l'inevitabile coltello saltò fuori. Ma “Cialì,” il pacificatore, era nelle vicinanze e si affrettò — troppo tardi purtroppo — a spegnere le fiamme. Ma il dissennato toscano non sapeva più quello che faceva ed il povero “Cialì” ricevette, proprio sopra il cuore, una coltellata che era diretta verso un petto molto meno meritevole.
E così morì, martire del suo amore per la Gran Bretagna e della sua eroica devozione anche nei confronti dei suoi rifiuti umani. Il funerale di “Cialì” fu un affare sontuoso. Tutta la gente di mare era presente, molti marinai inglesi parteciparono e la maggior parte di loro fece a turno nel portare il feretro per le cinque lunghe miglia fino al Campo Santo. Ancora meglio, un capitano inglese, che aveva conosciuto “Cialì” per anni e come molti altri lo aveva utilizzato come “factotum non pagato”, tirò fuori una Red Ensign e con quella coprì la bara. Portato alla tomba da marinai inglesi e coperto con l'Union Jack! La formicolante sensazione di un onesto e semplice orgoglio deve certamente aver fatto rigirare “Cialì” nella bara. Se il poveraccio si fosse potuto immaginare gli onori che lo aspettavano in morte, come avrebbe marciato esultante nel territorio sconosciuto da cui nessun viaggiatore ritorna. Possa la sua anima riposare in pace!
Prima di tre parti - Seconda di tre parti - Terza di tre parti
Montgomery Carmichael, “In Tuscany”
John Murray, London 1901
Vedi anche: In Toscana - Livorno “la Cara”
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