Abbiamo già visto quattro busti raffiguranti le stagioni sulla facciata del palazzo delle Colonne di marmo, nel quartiere di Venezia.
Un'altra serie, stavolta di statue a figura completa, decora la facciata di una villa costruita intorno al 1920 in corso Amedeo. Il palazzo ora ospita una scuola materna, ovviamente chiamata “Quattro Stagioni”.
Come in Via Borra” la Primavera e l'Estate sono raffigurate come donne, mentre Autunno e Inverno sono gentilmente riservati agli uomini.
Ho trovato lo Squartatore Rosso accoccolato su questo scooter, poi si è alzato e ha iniziato ad arrotarsi le unghie.
Affondando le unghie nell'imbottitura della sella ...
... per poi chiedere perdono allo scooter ferito.
Ogni dubbio sull'età di questo palazzo è chiarito dal leone affamato che vigila sul suo ingresso.
Questo edificio si affaccia su Piazza Attias con una facciata su via Marradi, sulla sinistra, e un'altra su via Roma. La casa natale di Amedeo Modigliani, ora un museo, si trova giusto di fronte al leone, in via Roma. In fondo alla stessa strada possiamo vedere il nostro unico grattacielo.
Il leone affamato non è solo, perché le due facciate sono decorate con altre figure piuttosto strane, che però vedremo un'altra volta.
Questo è il lucernario del Mercato Centrale e qualcuno in tuta bianca, cinture di sicurezza e mascherina ci sta camminando sopra. In primo piano uno dei parafulmini dell'edificio.
Probabilmente, visto l'apparato protettivo, stanno riparando alcune delle lastre di Eternit del tetto.
L'enorme gru occupa quasi l'intera larghezza degli scali Saffi.
Un peschereccio entra in porto con un discreto seguito.
Il “Mega Express Four”, sbuffa fumo nero, pronto a partire.
Un ormeggiatore libera una gómena dalla bitta.
Questa targa della “Labroarte Ceramica” è un punto di partenza interessante per il prefisso “labro”. Abbiamo già visto che “labronico” è una forma enfatica usata, per esempio, per una biblioteca o un'accademia, mentre “livornese” è per l'uso quotidiano. Le quattro torri illustrate nella targa sono piuttosto importanti nella storia di Livorno e le uniche rimaste in piedi. Da sinistra a destra: la Torre del Marzocco, il Mastio di Matilde, la Torre della Meloria e il Fanale dei Pisani.
Non molto lontano un'altra insegna fantasiosa.
Per finire, questo capolavoro motivazionale.
Durante una delle solite passeggiate sono passato da piazza XX Settembre, che comincia a sembrare una piazza normale: è stata asfaltata e sono apparse anche alcune panchine sotto gli alberi.
Capisco che l'apparenza non è tutto, ma non so se mi sentirei a mio agio a chiedere anche solo informazioni in questo posto.
In piazza della Repubblica la pista di ghiaccio è finita e aperta. I primi timidi pattinatori stanno provando il ghiaccio, quasi deserto nel primo pomeriggio di domenica.
Intorno alla pista i banchi de “Le Gru Giganti” e di “Dolce e Salato” sono già pronti per divertire e nutrire la folla. Per ora, aspettano soltanto. Poi sono andato su YouTube e ho trovato questo, spero che cieldequimper e tutti gli altri lo possano gradire:
Non è certo una bellezza ed è stato ovviamente ricostruito dopo la guerra. Le case sulla destra vi potranno sembrare familiari dal post “Venetian Windows” e la vista oltre il ponte è più o meno la stessa che in “Scali delle Barchette”.
La solita cartolina ci mostra il ponte a tre archi, come era più o meno un secolo fa, visto dagli “Scali del Ponte di Marmo”.
Più insolito è il paragone con una delle diciotto stampe che il pittore Giuseppe Maria Terreni (Livorno, 1739-1811) realizzò intorno al 1785 e che furono molto apprezzate dal Gran Duca Pietro Leopoldo.
L'ultima immagine, dell'altro lato del ponte, è stata scattata dagli “Scali delle Ancore”.
Le piastrelle sono delineate dalla balaustra che serpeggia intorno al Gazebo e che, col mare mosso, viene spruzzata dalle onde.
La parte sud della Terrazza Mascagni sembra condurci verso il Grand Hotel Palazzo, il magnifico albergo ottocentesco, restaurato di recente allo splendore delle cinque stelle.
Uno dei tratti più brevi di balaustra, sempre verso il lato sud della terrazza. Questo non è lontano dai lucchetti dell'amore e la chiesa di San Jacopo in Acquaviva è giusto pochi passi più in là.
Si possono giocare infiniti giochi prospettici con le piastrelle bianche e nere della superficie a scacchi della Terrazza Mascagni.
In questa vista verso nord si vedono in lontananza le gru del porto e, nel mezzo, l'edificio dell'Acquario, ancora chiuso perché soggetto a un restauro senza fine.
Di recente alcuni brillanti ragazzini hanno scritto messaggi d'amore con lo spray su molte di queste piastrelle. Pulirle costerà migliaia di euro.
La scuola elementare Antonio Benci fronteggia il Fosso Reale, di fronte al Mercato Centrale e a un isolato dal Tempio della Congregazione Olandese Alemanna. Lo stesso architetto del Mercato, Angiolo Badaloni, ha progettato questo edificio imponente, inaugurato nel 1893. I tre piani ospitavano tre scuole differenti: una elementare per ragazzi, una per ragazze ed una scuola tecnica.
Un dettaglio della testa di Minerva con una civetta, che veglia sopra l'ingresso principale sul Fosso Reale, oggi usato raramente. Questo lato è quello amato dai piccioni in “Domenica e sabato”.
Oggi la scuola elementare divide l'edificio con una scuola materna, di cui vediamo il variopinto ingresso su via Bernardina. Il giovedì sera la “Società di Danza” si riunisce nella palestra della scuola per lezioni o per fare pratica. Li abbiamo visti all'opera in “Shall We Dance?” and “Balliamo?”.
Come è possibile vedere dalla sovrastruttura contorta, la “White Sea” ha passato un brutto momento in mare. Stava lasciando il porto nel primo mattino del 5 novembre, lo stesso giorno dei post “Mare mosso” e “Lisbon Express”, quando ha perso potenza ed è finita sui tetrapodi della Curvilinea. È stata salvata e rimorchiata in porto grazie agli sforzi di un pilota e di due rimorchiatori.
Quattro giorni dopo la “White Sea” è appena entrata nel bacino di carenaggio piccolo, che vediamo ancora pieno d'acqua.
È passato un altro giorno e la nave, in secca nel bacino, aspetta tutte le riparazioni necessarie. Ieri mattina era ancora là e i lavori erano in corso.
All'altro capo di via Borra si trova il ponte dei Domenicani. Al centro della foto possiamo vedere la Fortezza Nuova coronata di alberi, mentre sulla destra si trova il complesso del Palazzo di Giustizia. In tono più leggero, il piccolo “Microcirco” era piazzato davanti al palazzo rosa sulla sinistra.
All'apparenza non molto diverso dal Ponte di Marmo, questo ponte prende il nome dalla vicina chiesa e dal vecchio convento, poi trasformato in prigione, dei Domenicani.
Sull'altro lato possiamo infatti vedere la grande cupola poligonale della chiesa di Santa Caterina, con la sua tipica facciata grezza.
A causa di una struttura sotto la spalletta del fosso, l'immagine recente non combacia alla perfezione con la vecchia cartolina.
Piazza della Vittoria è stata completamente rinnovata alcuni anni fa con nuove panchine, una zona riservata ai cani e alcuni eleganti lampioni vecchio stile.
Ma qualcosa di strano sta accadendo a queste luci: una mano sconosciuta sta sostituendo gli steli decorati con tubi zincati e le lanterne con normali globi trasparenti.
Corrosi dalla ruggine, pochi anni sono già troppi per i supporti originali, ed ecco le sostituzioni con i tubi. Tagli al bilancio, temporanea mancanza di ricambi o un nuovo stile senza fronzoli?
Questa domenica non c'era sole, così ho speso la mia passeggiata cercandolo. Non trovando quello vero mi sono accontentato di alcune immagini. Come sulla vetrina di un centro solare...
Anche “La baia del sole”, un altra sala per abbronzatura, aveva diversi soli sulla vetrina.
Questa insegna mostra un sole sorridente... con occhiali da sole.
Un altro sole splendeva sulla serranda di un Internet Point.
L'ultimo che ho trovato brillava dietro un tridente su un mosaico danneggiato. Così, cercando il sole, ho trovato anche il mare!
