Ai cavalleggeri veniva insegnato a tirare le redini ed a piegarsi all'indietro durante il salto per assicurarsi che le zampre posteriori del cavallo toccassero terra per prime, cercando di ridurre al minimo l'impatto sulle zampe anteriori, considerate più fragili. Caprilli aveva osservato a lungo i cavalli saltare liberamente ed aveva notato che atterravano sempre naturalmente sulle zampe anteriori.Le nuove idee non furono accettate bene ed a seguito di questo il giovane tenente fu rimosso dal suo incarico di istruttore di unità di cavalleria e traferito in Italia meridionale come punizione.
Solo diversi anni dopo le nuove teorie furono considerate valide e Caprilli ritornò alle scuole di cavalleria del nord Italia dove, dopo appena un anno di corsi, i risultati furono entusiasmanti: i cavalli si dimostravano così docili che i loro cavalieri erano in grado di completare un intero corso senza redini.A seguito di questa situazione Caprilli fu nominato Istruttore Capo di Equitazione della Cavalleria italiana. Soldati da tutte le parti del mondo arrivarono ai suoi corsi per imparare il nuovo sistema di allenamento, basato perlopiù sulla non interferenza del cavaliere.Il nostro ippodromo, inaugurato nel 1894, fu ribattezzato in suo onore “Ippodromo Federico Caprilli” nel 1937.
Caprilli morì a Pinerolo nel 1907 quando il suo cavallo scivolò su delle pietre ghiacciate e cadde. Sulla sua tomba, questo semplice epitaffio:
FRIDERICUS CAPRILLI
MAGISTER EQUITUM
1868 - 1907
(Federico Caprilli
Maestro di Cavalieri
1868 - 1907)
MAGISTER EQUITUM
1868 - 1907
(Federico Caprilli
Maestro di Cavalieri
1868 - 1907)
Nessun commento:
Posta un commento