Sulla facciata di San Gregorio Illuminatore si trovano due lapidi ottocentesche, una in armeno e l'altra in latino, che riassumono la storia del tempio e dei suoi restauri.Tralasciando l'armeno per ovvie ragioni, anche il latino epigrafico della lapide è ben oltre le mie misere capacità di interpretazione. Per fortuna l'amico Silvestro, un vecchio compagno di scuola del liceo, è riuscito a coinvolgere nella traduzione una sua collega, Isella Piquè, che ha svolto la maggior parte del lavoro. Doverosi ringraziamenti ad entrambi, anche per aver reso comprensibile il testo dopo la traduzione letterale:
Languendo con crescente squallore (questo) tempio consacrato a Dio eterno in onore di San Gregorio Martire, apostolo salvatore e patriarca dell’Armenia, (che fu edificato) con impegno e spesa dall’inizio dagli armeni di Livorno nell’anno 1701, essendo ottimo patrono Cosimo III granduca di Toscana, i membri di quella chiesa, sotto gli auspici felicissimi di Leopoldo II granduca di Toscana, essendo prefetto Gregorio Alessandri, (lo) restaurarono, (avendo) ridotto l’altare maggiore in una forma più splendida grazie ai redditi aumentati, con statue e colonne di sostegno aggiunte. Avendo rinnovate le porte interne, fecero pitture e lo adornarono con ogni arredo di culto, avendo terminato l’opera l’architetto Olinto Paradossi l’anno 1844. Ciò sia ai posteri tramandato.
Vedi anche: Mezza chiesa - San Gregorio Illuminatore - Fede e Carità