Negli anni Settanta, quando divenne agente della Polizia Municipale, era chiamato il “vigile capellone” perché la sua acconciatura era, ed è ancora, una rarità nel corpo.
Fu licenziato nel 1979 con accuse piuttosto deboli, il presunto furto di un vecchio tavolo ed alcune sedie, e quello fu l'inizio di una lunga battaglia legale per la sua riabilitazione. Una figura popolare in città, sempre in sella alla sua bicicletta, che lui considerava il vero amore della sua vita.
Ci sono volute decine di anni, ma alla fine è stato assolto per tutti i reati imputatigli, con il suo frettoloso licenziamento che diveniva improvvisamente immotivato. Un paio di anni fa ha rifiutato un offerta di 300.000 Euro perché non prevedeva una sua ripresa di servizio anche solo formale. Voleva avere la soddisfazione di vestire di nuovo la sua divisa, anche solo per un giorno.
Nel 2010 ha perso anche la casa, per un modesto debito con il suo stesso avvocato ed ha passato gli ultimi due anni come un senzatetto, dormendo spesso su una sedia nella sala d'attesa del pronto soccorso.
Alla fine anche il suo vero amore lo ha tradito: Giampaolo è morto sabato scorso per una caduta accidentale dalla sua bicicletta. Finalmente è riuscito a vestire di nuovo la sua uniforme, ma solo per il suo funerale. Oggi sarebbe stato il suo sessantanovesimo compleanno.
(Foto: autore sconosciuto)
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