Nel 1909 Amedeo Modigliani era tornato brevemente a Livorno per cimentarsi nella scultura: una vecchia leggenda livornese racconta che i suoi primi lavori furono così disprezzati dai suoi amici artisti che, in un accesso di rabbia, gettò una carrettata di pietre scolpite nel vicino Fosso Reale.
Trent'anni fa le solite menti brillanti decisero di controllare se la leggenda era vera dragando la parte del fosso più vicina allo studio di Modigliani, con la speranza di recuperare alcuni dei suoi lavori “perduti”.
Dopo alcuni giorni trovarono non una, ma tre “teste” e la storia fece il giro del mondo. Studiosi e critici d'arte accorsero a validare gli artefatti che furono anche esposti al pubblico in una mostra.
Oggi noi sappiamo, e molti sapevano già allora, che le “teste” erano tutte false: una scolpita da tre studenti e le altre due da un portuale-artista. Il mondo rise, ma le menti brillanti continuarono a negare l'evidenza ancora per molto tempo.
Nel 30° anniversario della figuraccia, una nuova generazione di menti brillanti ha deciso di sprecare alcune decine di migliaia di Euro in una mostra sulla beffa, uno dei numerosi goffi tentativi per attrarre l'interesse dei turisti. La mostra mi è piaciuta comunque, anche perché era stata una delle rare occasioni per entrare nella Fortezza Vecchia senza una prenotazione.
Vedi anche: Le teste di Modì - Fortezza Vecchia
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Link esterni: La “beffa” del 1984 (Modigliani '909) - Se l'arte è diventata una patacca... (Dagospia)
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