Ancora qualche fantasioso adesivo di Clet Abraham: una pista ciclabile con bocca e rossetto.
Un omino con una sega alle prese con la barra di un senso vietato.Ricerca etichette: Clet Abraham
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Ancora qualche fantasioso adesivo di Clet Abraham: una pista ciclabile con bocca e rossetto.
Un omino con una sega alle prese con la barra di un senso vietato.
“Caffè Made in Italy” in via Gramsci” non è un caffè, ma un distributore all'ingrosso di caffè e prodotti simili. Il logo sul cartello è l'emblema della Repubblica Italiana stilizzato.
Il “Caffè Redi” è, appunto, in via Redi.
Non esattamente la “Casa Rosada”, ma una normale casa color rosa in via delle Grazie.
Vediamo qualche altro lavoro di Clet Abraham: un angelo ...
... e un demone in piazza della Repubblica.
Dall'ultima fiera gastronomica in piazza XX Settembre: coppiette di asino e di cinghiale, ovvero strisce di carne aromatizzata con spezie e messa ad essiccare su corde tese.
C'è qualcuno che considera i nostri segnali stradali troppo scialbi e ha trovato un modo per migliorarne l'apparenza con pochi adesivi ben piazzati, senza danneggiare il cartello.
La mente dietro a tutto questo è l'artista francese Clet Abraham, un bretone di Quimper, che vive e lavora a Firenze.
Ha già “trattato” cartelli in diverse città d'Europa e la scorsa settimana è capitato nella nostra città, lasciandosi dietro alcune delle sue divertenti opere.
Tina Di Lorenzo nacque a Torino nel 1872. Suo padre era un marchese e sua madre un'attrice, ma anche lei di nobili origini. L'amore di Tina per il palcoscenico cominciò a tredici anni e la fece diventare presto una delle più famose attrici di teatro dell'epoca. Era spesso in tournée all'estero ed era conosciuta anche in Argentina, dove fu soprannominata la Encantadora.
Il nuovo edificio costruito dove una volta si trovava il cinema Metropolitan, in via Marradi. Abbiamo già visto lo spazio sulla destra come esempio di un vicolo moderno
Biciclette incatenate con una simmetria quasi perfetta in via Ricasoli.
La vita non è stata troppo buona con questo Ape negli ultimi tre anni...
Questo è lo stesso veicolo, in buona forma e con un carico migliore, nel maggio 2009.
Sembra una casa su tre piani (su ruote) ma è la sovrastruttura di un grande yacht in costruztione nel cantiere Benetti. Sono sicuro che, una volta finito, fornirà un alloggio abbastanza confortevole per i fortunati possessori di questa imbarcazione.
Il retro dell'albergo Hotel Gran Duca su via Generale Enrico Tellini. La strada era chiamata una volta “Via Greca”, almeno dal 1784, a causa dei molti negozi posseduti da greci.
Nel 1923 il generale italiano Enrico Tellini, in missione per conto della Lega delle Nazioni per risolvere una controversia territoriale fra Grecia e Albania, fu assassinato con i suoi collaboratori vicino al confine, presumibilmente da nazionalisti greci. Questo fatto divenne presto un incidente diplomatico che portò alla Crisi di Corfù ... e al cambio di nome della strada.
Lo yacht reale “Jela” ormeggiato all'interno del Porto Mediceo a Livorno. Il battello di 47 metri fu costruito nel 1891 a Port Glasgow, nel cantiere D.J. Dunlop, con il nome di “Mira”. Nel 1896 lo yacht fu usato per la luna di miele del principe Vittorio Emanuele di Savoia e di Elena di Montenegro (Jelena Petrović-Njegoš). “Jela” era l'abbreviazione di Jelena.
La curiosa insegna de “Il Pentagramma”, un'osteria in via Garibaldi”.
Abbiamo già visto la semplice insegna di un ristorante in via dell'Angiolo. L'insegna è stata cambiata di recente ed ora annuncia: “Liquidi e solidi”.
Di fronte, sulla stessa strada, troviamo un altro ristorante: “La fattoria di Nonna Papera”.
Visitatori sulle mura della Fortezza Vecchia. Sulla sinistra il Mastio di Matilde con il Giglio di Firenze.
Sono iniziati di recente i lavori per la demolizione di un altro vecchio cinema. Il “Moderno” fra non molto avrà una nuova vita come parcheggio, che non è molto, ma sempre meglio dello stato in cui era ridotto negli ultimi anni.
Il “Moby Aki” è un'altra nave gemella del “Moby Wonder” e del “Moby Freedom”, ma ha un luogo di nascita differente: il traghetto è stato costruito nel 2005 presso la Fincantieri di Ancona.
Titti, Silvestro, Daffy Duck, Bugs Bunny, Taz and Wile E. Coyote sono allineati come di solito lungo le fiancate dei traghetti della Moby Lines. Esiste anche un'altra nave gemella, ma si trova in acque completamente differenti: la “MS Superstar” naviga il Baltico per la compagnia estone Tallink.
A seguito della pulizia della facciata, un bassorilievo raffigurante l'Annunciazione è ora visibile sopra l'entrata della Chiesa della Santissima Annunziata in via della Madonna.
Il chiosco per le informazioni turistiche che si trovava in “Piazza del Municipio” è volato via. Forse era stanco di vedere i turisti delle navi da crociera prendere pullman per Firenze o, anche peggio, per Pisa.
Non molto adatto al volo, ha fatto un atterraggio di fortuna poco lontano, in piazza dell'Unità d'Italia, dove ha trovato velocemente un nuovo e più appagante lavoro come chiosco di un parcheggio.
Le cantine recentemente restaurate sotto gli scali Novi Lena. Questa strada corre lungo il lato orientale della Darsena Nuova, dove venivano varate le navi costruite presso il cantiere Orlando. Un breve canale che passa sotto il ponte girevole collega questo specchio d'acqua al Porto Mediceo. Qui viene allestito, durante la stagione remiera, l'arrivo della Coppa Risi'atori.
Osservando questa cartolina dei primi del Novecento si nota che l'unica differenza è l'edificio dell'Istituto Tecnico Nautico Alfredo Cappellini, adesso visibile al centro della prima immagine.
Un triciclo in via Ricasoli.
Il lato dolce della nostra più recente fiera gastronomica: una cassata siciliana molto promettente.
Allo stesso banco troviamo mele candite ed un assortimento di cannoli siciliani.
Il battello per ricerca e salvataggio CP 866 mentre rientra velocemente nel Porto Mediceo e, sullo sfondo, il rimorchiatore “Francesca Neri”.
Vedi anche: CP 867 - Acque tranquille - CP 867 & Nataly - Guardia Costiera
Il formaggio ubriaco è un prodotto caseario tipico della campagna veneta. Gli agricoltori locali erano soliti lavare le forme con la vinaccia, dando al loro prodotto un sapore unico.
Della ricotta salata al pistacchio. Queste ed altre prelibatezze erano in vendita ad una fiera gastronomica in piazza XX Settembre.
Una veduta del “Fosso Reale” dagli “Scali Saffi” verso “Piazza Cavour”. Nel mezzo dell'immagine il ponte del Mercato, ricostruto negli anni Cinquanta.
“Livorno in avvenire” come la immaginavano in una cartolina del 1906.
Una rosa all'esterno di un bar in via dell'Ardenza. Il quartiere relativamente moderno de La Rosa prende il nome da una fattoria, di proprietà degli eredi di un certo Francesco La Rosa, che una volta si trovava sulla strada per Montenero, fra la periferia di Livorno ed il borgo di Ardenza.
“La Rosa” potrebbe anche prendere il nome dal colore dominante degli edifici del quartiere. In un estremo volo di fantasia anche la chiesa parrocchiale è stata dedicata a Santa Rosa.