La “Star Princess” è stata costruita nel 2002 dalla Fincantieri a Monfalcone, in Italia. Una sigaretta lasciata accesa su un balcone quasi distrusse questa nave nel 2006, mentre navigava da Grand Cayman a Montego Bay, dopo aver lasciato Fort Lauderdale.L'incendio danneggiò almeno 150 cabine ed il fumo altre 100. Un passeggero morì ed altri tredici furono intossicati dal fumo.La nave fu riparata presso i cantieri Lloyd Werft a Bremerhaven. Fu aggiunto un sistema di estinzione a pioggia a tutti i balconi ed i mobili di plastica furono rimpiazzati con altri di materiale non infiammabile.
venerdì 30 settembre 2011
giovedì 29 settembre 2011
mercoledì 28 settembre 2011
Charlie White
Montgomery Carmichael fu ufficiale consolare e poi console a Livorno dal 1890 al 1922. Dopo la pensione continuò a risiedervi fino alla morte, nel 1936. Pubblicò il suo Tuscan Towns, Tuscan Types and the Tuscan Tongue nel 1901. Questo è il secondo di tre post, tratti da un capitolo del libro, in cui approfondiamo la nostra conoscenza di un Carlo Bianchi pieno di risorse.
Questo successe sei anni fa. Ormai conosco molto bene il mio amico e lo tengo nella massima considerazione. Il suo nome è Carlo Bianchi ed è il gestore di una pensione per marinai inglesi. Il suo tratto dominante - se tralasciamo la sua grande e naturale bonarietà - è un'appassionata e reverente ammirazione per ogni cosa ed ogni persona inglese. Lo potete far soffrire solo in un modo, chiamandolo “Carlo” o “Bianchi”. Lui si fa chiamare “Charlie White” e ha scritto “Charlie” come “Cialì” anche sul biglietto da visita con cui annuncia che ha una “home” che offre ogni conforto agli appartenenti alla Marina Mercantile britannica. È questa sua appassionata ammirazione per ogni cosa britannica che lo spinge, quando non ha di meglio da fare, ad andare in barca sotto qualche vapore con la speranza di poter essere utile a qualche viaggiatore inglese privo di aiuto. Spesso si trova di fronte poca cortesia e profondo scetticismo, ma lui rimane imperterritamente reverente. Dobbiamo essere davvero una grande ed orgogliosa nazione per aver suscitato tutta questa ammirazione nel seno di un uomo di mondo toscano come “Cialì”, anche perché come regola lui non vede altro che la parte più degenerata dei Britannici. Gli appartenenti alla Marina Mercantile inglese che finiscono sotto la sua cura paterna sono troppo spesso il peggio della categoria, uomini che hanno disertato le loro navi, mancato l'imbarco per solenni ubriacature o che sono stati educatamente ospitati nella temperata seclusione di una galera toscana o nella ancora più mite reclusione di una stanza dell'ospedale cittadino in seguito a qualche rissa dopo un baccanale. Se incoraggiasse i loro vizi avrebbe certamente più clienti nella sua pensione e più soldi in tasca, ma lui invece va in giro a recuperarli da posti poco raccomandabili, reclama le loro paghe di cui sono stati truffati, li carica su battelli per rispedirli a bordo delle loro navi per salvarli dalla diserzione e tutto questo perché rispetta la nazione inglese anche nella sua feccia.
Quasi ogni giorno “Cialì” si presenta a casa mia con la rispettosa offerta dei suoi servigi. Devo inventare varie commissioni per evitargli di sentirsi abbattutto. Non lo pago, prende in prestito liberamente, ma sempre mi ripaga. Accetta con gioia un vecchio vestito che porterà con distinzione pavoneggiandosi. A volte visito la sua grassa “Signora” alla pensione e riesco ad infilare qualche spicciolo nei salvadanai dei bambini. Riesco a passargli cifre più sostanziose solo ricorrendo ad espedienti. Uno studio di avvocati in Inghilterra che pagano per questo o un armatore inglese vuole la tal cosa fatta, allora tutti gli scrupoli di “Cialì” svaniscono. Ma devo usare questi trucchi di rado, perché è astuto, osservatore e piuttosto pratico di ogni tipo di onesto inganno nonché un maestro nell'arte gentile del dare senza senza farlo apparire. Certamente la sua fede nella natura umana riceverebbe un duro colpo se mai scoprisse da parte mia qualcosa così perfido come il tentativo di ricompensare dei servigi devoti che erano intesi come pura lealtà ed affetto.
Prima di tre parti - Seconda di tre parti - Terza di tre parti
Montgomery Carmichael, “In Tuscany”
John Murray, London 1901
Vedi anche: In Toscana - Livorno “la Cara”
Questo successe sei anni fa. Ormai conosco molto bene il mio amico e lo tengo nella massima considerazione. Il suo nome è Carlo Bianchi ed è il gestore di una pensione per marinai inglesi. Il suo tratto dominante - se tralasciamo la sua grande e naturale bonarietà - è un'appassionata e reverente ammirazione per ogni cosa ed ogni persona inglese. Lo potete far soffrire solo in un modo, chiamandolo “Carlo” o “Bianchi”. Lui si fa chiamare “Charlie White” e ha scritto “Charlie” come “Cialì” anche sul biglietto da visita con cui annuncia che ha una “home” che offre ogni conforto agli appartenenti alla Marina Mercantile britannica. È questa sua appassionata ammirazione per ogni cosa britannica che lo spinge, quando non ha di meglio da fare, ad andare in barca sotto qualche vapore con la speranza di poter essere utile a qualche viaggiatore inglese privo di aiuto. Spesso si trova di fronte poca cortesia e profondo scetticismo, ma lui rimane imperterritamente reverente. Dobbiamo essere davvero una grande ed orgogliosa nazione per aver suscitato tutta questa ammirazione nel seno di un uomo di mondo toscano come “Cialì”, anche perché come regola lui non vede altro che la parte più degenerata dei Britannici. Gli appartenenti alla Marina Mercantile inglese che finiscono sotto la sua cura paterna sono troppo spesso il peggio della categoria, uomini che hanno disertato le loro navi, mancato l'imbarco per solenni ubriacature o che sono stati educatamente ospitati nella temperata seclusione di una galera toscana o nella ancora più mite reclusione di una stanza dell'ospedale cittadino in seguito a qualche rissa dopo un baccanale. Se incoraggiasse i loro vizi avrebbe certamente più clienti nella sua pensione e più soldi in tasca, ma lui invece va in giro a recuperarli da posti poco raccomandabili, reclama le loro paghe di cui sono stati truffati, li carica su battelli per rispedirli a bordo delle loro navi per salvarli dalla diserzione e tutto questo perché rispetta la nazione inglese anche nella sua feccia.
Quasi ogni giorno “Cialì” si presenta a casa mia con la rispettosa offerta dei suoi servigi. Devo inventare varie commissioni per evitargli di sentirsi abbattutto. Non lo pago, prende in prestito liberamente, ma sempre mi ripaga. Accetta con gioia un vecchio vestito che porterà con distinzione pavoneggiandosi. A volte visito la sua grassa “Signora” alla pensione e riesco ad infilare qualche spicciolo nei salvadanai dei bambini. Riesco a passargli cifre più sostanziose solo ricorrendo ad espedienti. Uno studio di avvocati in Inghilterra che pagano per questo o un armatore inglese vuole la tal cosa fatta, allora tutti gli scrupoli di “Cialì” svaniscono. Ma devo usare questi trucchi di rado, perché è astuto, osservatore e piuttosto pratico di ogni tipo di onesto inganno nonché un maestro nell'arte gentile del dare senza senza farlo apparire. Certamente la sua fede nella natura umana riceverebbe un duro colpo se mai scoprisse da parte mia qualcosa così perfido come il tentativo di ricompensare dei servigi devoti che erano intesi come pura lealtà ed affetto.
Prima di tre parti - Seconda di tre parti - Terza di tre parti
Montgomery Carmichael, “In Tuscany”
John Murray, London 1901
Vedi anche: In Toscana - Livorno “la Cara”
martedì 27 settembre 2011
Passeggiata con la giostra
La giostra a due piani in piazza della Repubblica.Un portone elegante in via Sansoni.I ponteggi di solito sono smorti, un po' meno in via Piave.Vecchia grata di ventilazione per un bagno in via Gazzarrini.Un fiasco di vino toscano è nato in via Buontalenti...
Altre passeggiate
Altre passeggiate
lunedì 26 settembre 2011
Auto buffe
domenica 25 settembre 2011
Il mio factotum gratis
Montgomery Carmichael fu ufficiale consolare e poi console a Livorno dal 1890 al 1922. Dopo la pensione continuò a risiedervi fino alla morte, nel 1936. Pubblicò il suo Tuscan Towns, Tuscan Types and the Tuscan Tongue nel 1901. Questa è il primo di tre post tratti da un capitolo del libro che descrive il suo primo arrivo in una Livorno di fine Ottocento.
È stata la prima conoscenza che ho fatto in Toscana. Mi stavo affacciando al parapetto del vapore guardando lo sciame di barche che lo circondavano. Non conoscevo una sola parola di toscano e mi stavo chiedendo in che modo sarei riuscito a raggiungere la riva con il mio bagaglio e di quanto sarei stato defraudato nel farlo, quando un occhio scuro e limpido colse il mio sguardo da una barca sottostante. Apparteneva ad una creatura magra in un vestito di serge blu, con la faccia di un Mefistofele ed il portamento e le maniere di un Arcangelo. Dalla sua bocca usciva (O dolce suono!) un inglese - strampalato è vero - ma comprensibile con uno sforzo.
“Inglis gen'lman?” chiese con un gran sorriso educato.
Annuii, forse senza molta fiducia.
“You come my boat, sair — ver good boat”
Riflettei un momento. La faccia mefistofelica di cui non mi fidavo affatto a riposo si animò e sembrò illuminarsi con una dose aggiunta del latte della gentilezza umana. Non sapevo se era una decisione saggia, ma avrei preso la sua barca.
Gli urlai “All right!”
“Au'ri! Au’ri!” rispose con grande entusiasmo e in paio di minuti era sul ponte ad impadronirsi delle mie borse mentre dava eccitato istruzioni relative ai miei bauli.
Arrivammo a terra senza inconvenienti e come per magia apparve sul molo una carrozza di gradimento della mia guida. Mi fu impedito ostentatamente di pagare un pezzo da cinque franchi d'argento al battelliere che, arrabbiato e perplesso, si dovette accontentare di due. A questo punto sorse il difficile problema di come ricompensarlo con una mancia. Perplesso mi passai fra le dita diverse monete e finalmente tenni pronto il pezzo da cinque franchi che la mia guida mi aveva fatto risparmiare.
“What hotel you go to, gen'lman?”
Glielo dissi e tentai di passargli di nascosto i cinque franchi, ma lui respinse educatamente il mio braccio, mi forzò gentilmente dentro la carrozza ed in un batter d'occhio si sedette accanto al cocchiere.
All'albergo salì nella mia stanza dove allegramente e con pazienza disfece i miei bagagli.
“No spend silver moneys here,” disse confidenzialmente “sell silver moneys and spend paper moneys. Me show Mister t'morr' mawnin'.” Di nuovo cercai i cinque franchi, ma lui era già alla porta congedandosi con un solenne “goo'-bye, sair!” Il non riuscire a passargli quella particolare mancia fu solo la prima di una serie di sconfitte rimediate nel tentativo di ricompensare i suoi leali e preziosi servigi.
Prima di tre parti - Seconda di tre parti - Terza di tre parti
Montgomery Carmichael, “In Tuscany”
John Murray, London 1901
Vedi anche: In Toscana - Livorno “la Cara”
È stata la prima conoscenza che ho fatto in Toscana. Mi stavo affacciando al parapetto del vapore guardando lo sciame di barche che lo circondavano. Non conoscevo una sola parola di toscano e mi stavo chiedendo in che modo sarei riuscito a raggiungere la riva con il mio bagaglio e di quanto sarei stato defraudato nel farlo, quando un occhio scuro e limpido colse il mio sguardo da una barca sottostante. Apparteneva ad una creatura magra in un vestito di serge blu, con la faccia di un Mefistofele ed il portamento e le maniere di un Arcangelo. Dalla sua bocca usciva (O dolce suono!) un inglese - strampalato è vero - ma comprensibile con uno sforzo.
“Inglis gen'lman?” chiese con un gran sorriso educato.
Annuii, forse senza molta fiducia.
“You come my boat, sair — ver good boat”
Riflettei un momento. La faccia mefistofelica di cui non mi fidavo affatto a riposo si animò e sembrò illuminarsi con una dose aggiunta del latte della gentilezza umana. Non sapevo se era una decisione saggia, ma avrei preso la sua barca.
Gli urlai “All right!”
“Au'ri! Au’ri!” rispose con grande entusiasmo e in paio di minuti era sul ponte ad impadronirsi delle mie borse mentre dava eccitato istruzioni relative ai miei bauli.
Arrivammo a terra senza inconvenienti e come per magia apparve sul molo una carrozza di gradimento della mia guida. Mi fu impedito ostentatamente di pagare un pezzo da cinque franchi d'argento al battelliere che, arrabbiato e perplesso, si dovette accontentare di due. A questo punto sorse il difficile problema di come ricompensarlo con una mancia. Perplesso mi passai fra le dita diverse monete e finalmente tenni pronto il pezzo da cinque franchi che la mia guida mi aveva fatto risparmiare.
“What hotel you go to, gen'lman?”
Glielo dissi e tentai di passargli di nascosto i cinque franchi, ma lui respinse educatamente il mio braccio, mi forzò gentilmente dentro la carrozza ed in un batter d'occhio si sedette accanto al cocchiere.
All'albergo salì nella mia stanza dove allegramente e con pazienza disfece i miei bagagli.
“No spend silver moneys here,” disse confidenzialmente “sell silver moneys and spend paper moneys. Me show Mister t'morr' mawnin'.” Di nuovo cercai i cinque franchi, ma lui era già alla porta congedandosi con un solenne “goo'-bye, sair!” Il non riuscire a passargli quella particolare mancia fu solo la prima di una serie di sconfitte rimediate nel tentativo di ricompensare i suoi leali e preziosi servigi.
Prima di tre parti - Seconda di tre parti - Terza di tre parti
Montgomery Carmichael, “In Tuscany”
John Murray, London 1901
Vedi anche: In Toscana - Livorno “la Cara”
sabato 24 settembre 2011
venerdì 23 settembre 2011
Cacciamine
Il “Palinuro” e l'“Amerigo Vespucci” non erano le sole navi militari presenti in porto a Livorno lo scorso fine settimana. C'era il “Bad Bevensen” (M1063) della marina tedesca ed il “Duero” (M35) della marina spagnola, entrambi cacciamine.Queste navi non dragano più le mine, ma le cacciano attivamente. Rimane un mistero quale tipo di nave posi le mine: non ho mai visto in giro una nave chiamata apertamente posamine...Due navi turche erano ormeggiate al molo Elba: il pattugliatore “Cezayirli Gazi Hasan Pasa” (A579) e l'“Akçay” (M270), un altro cacciamine, entrambi ex unità della marina tedesca.
Vedi anche: Palinuro e Vespucci - Due passi sui velieri
Vedi anche: Palinuro e Vespucci - Due passi sui velieri
giovedì 22 settembre 2011
mercoledì 21 settembre 2011
Dietro l'uscio
“Dietro l'uscio” è un pub in via Borra e il suo nome, almeno da queste parti, significa vicino.Nel maggio 2009 nello stesso posto si trovava il ristorante “Pane e tulipani”, probabilmente chiamato così per la omonima commedia romantica del regista Silvio Soldini.
Link esterni: Pane e tulipani (Wikipedia)
Link esterni: Pane e tulipani (Wikipedia)
martedì 20 settembre 2011
Due passi sui velieri
La mia ultima passeggiata su suolo livornese risale a fine agosto ed avete potuto seguirla in tre parti mentre eravamo in ferie. Le foto seguenti sono state scattate a bordo delle due navi scuola presenti in porto, una breve ma interessante passeggiata che inizia con una bussola sul “Palinuro”.“Faventibus ventis” vuol dire “con i venti favorevoli” in latino, ed è il motto della nave.Una copertura in ottone sull'“Amerigo Vespucci”.Tutto è disposto ordinatamente sul ponte del “Vespucci”.Oltre l'ottone lucidato e le reti, una veduta del porto.
Altre passeggiate
Link esterni: Amerigo Vespucci (Wikipedia)
Vedi anche: Palinuro - Faventibus Ventis - Palinuro e Vespucci
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Altre passeggiate
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Vedi anche: Palinuro - Faventibus Ventis - Palinuro e Vespucci
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lunedì 19 settembre 2011
Palinuro e Vespucci
Le navi scuola “Palinuro” e “Amerigo Vespucci” sono insieme in porto a Livorno.
Link esterni: Amerigo Vespucci (Wikipedia)
Vedi anche: Palinuro - Faventibus Ventis - Due passi sui velieri
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“Amerigo Vespucci”
“Palinuro”
“Palinuro” e “Amerigo Vespucci”
Link esterni: Amerigo Vespucci (Wikipedia)
Vedi anche: Palinuro - Faventibus Ventis - Due passi sui velieri
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domenica 18 settembre 2011
Vite
Il frontespizio di un'edizione del 1767 de “Le Vite de' più eccellenti pittori, scultori, e architettori da Cimabue insino a' tempi nostri”, una raccolta di biografie di artisti scritta da Giorgio Vasari pittore e architetto italiano del XVI secolo. Quest'edizione del libro è stata pubblicata a Livorno da Marco Coltellini.
Vedi anche: “Encyclopédie” - American Gazetteer
Marco Coltellini - Vite - Giorgio Vasari (Wikipedia)
Vedi anche: “Encyclopédie” - American Gazetteer
Marco Coltellini - Vite - Giorgio Vasari (Wikipedia)
sabato 17 settembre 2011
venerdì 16 settembre 2011
Modulblock
Questi enormi moduli di calcestruzzo sono chiamati Modulblock, ma sembrano mattoni del Lego giganti. Vengono usati di solito per controllare frane e per rinforzare argini.Questi blocchi, ora in fase di rimozione, sono stati utilizzati per costruire un muro di protezione per il disinnesco di una bomba inesplosa della seconda guerra mondiale trovata in Venezia.Ogni blocco è lungo 160 centimetri e pesa due tonnellate.Prima di continuare lo scavo del canale, l'area sarà bonificata per evitare altre sorprese sepolte.
Ricerca etichette: nuovo canale
Link esterni: Modulblock (Prefabbricati LP)
Vedi anche: Uno scavo inutile - Canale dei Navicelli - Viale Caprera - Micropali - Venezia Nuova - Un nuovo canale - Crollo - Lo scavo - Costruendo il canale - Fosso di Venezia - La vecchia cantina - Lungo il nuovo canale - In costruzione - La bomba - La bomba sepolta - Il muro
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Link esterni: Modulblock (Prefabbricati LP)
Vedi anche: Uno scavo inutile - Canale dei Navicelli - Viale Caprera - Micropali - Venezia Nuova - Un nuovo canale - Crollo - Lo scavo - Costruendo il canale - Fosso di Venezia - La vecchia cantina - Lungo il nuovo canale - In costruzione - La bomba - La bomba sepolta - Il muro
giovedì 15 settembre 2011
Reti da pesca
Reti da pesca con un galleggiante, Pamiglione (Darsena Vecchia).
Vedi anche: Pamiglione - Darsena vecchia - Pamiglione dipinto
Vedi anche: Pamiglione - Darsena vecchia - Pamiglione dipinto
mercoledì 14 settembre 2011
Numero di Harshad
Un numero di Harshad in una data base è un numero intero positivo che è divisibile per la somma delle sue cifre. La definizione dei numeri di Harshad è stata data dal matematico indiano Dattatreya Ramachandra Kaprekar. Il termine Harshad deriva dal sanscrito “harṣa” che significa “grande gioia”. (Wikipedia)
1000 è un tipico numero di Harshad che ci rende veramente felici e per ragioni non matematiche: questo è il nostro millesimo post! Considerato che l'unica alternativa con questo numero era una bomba inesplosa da 1000 libbre, abbiamo scelto due Fiat 500.
Vedi anche: Numero di Harshad - Fiat 500 (2007) (Wikipedia)
1000 è un tipico numero di Harshad che ci rende veramente felici e per ragioni non matematiche: questo è il nostro millesimo post! Considerato che l'unica alternativa con questo numero era una bomba inesplosa da 1000 libbre, abbiamo scelto due Fiat 500.
Vedi anche: Numero di Harshad - Fiat 500 (2007) (Wikipedia)
martedì 13 settembre 2011
Passeggiata lunga - 3 di 3
Finestra a lunetta sopra un portone in piazza della Vittoria.Decisamente non parteciperemo...Visto com'è murato, nasconde qualche vecchia valvola dell'acqua.Il campanile della chiesa di “San Benedetto”.Una Smart parcheggiata in via Fagiuoli.
Vedi anche: Passeggiata lunga (1 di 3) - Passeggiata lunga (2 di 3) - Altre passeggiate
Vedi anche: Passeggiata lunga (1 di 3) - Passeggiata lunga (2 di 3) - Altre passeggiate
lunedì 12 settembre 2011
Ringhiere di terrazzi
Nuova di zecca, in via Magenta
Moderna, in piazza della Repubblica
Di tipo classico, in via de' Tivoli
Ieri la bomba inesplosa è stata disinnescata con successo ed oggi noi torniamo da Berlino. I due fatti sono privi di collegamento.
domenica 11 settembre 2011
Dieci anni
Dove eravate voi l'11 settembre?
Noi eravamo qui, fra la disperazione
e un cielo oscurato questo era, in
un certo modo, un luogo di speranza.
Migliaia di persone si riversarono in
queste strade venendo per donare sangue
e arrivarono volontari, eroi di tutti
i giorni che cercavano di aiutare in
ogni modo possibile. Pensavamo che molti
sarebbero stati ritrovati, portati qui
e salvati. Aspettammo tutti insieme.
Eravamo venuti per aiutare. Questo
era un luogo di speranza.
Noi eravamo qui, fra la disperazione
e un cielo oscurato questo era, in
un certo modo, un luogo di speranza.
Migliaia di persone si riversarono in
queste strade venendo per donare sangue
e arrivarono volontari, eroi di tutti
i giorni che cercavano di aiutare in
ogni modo possibile. Pensavamo che molti
sarebbero stati ritrovati, portati qui
e salvati. Aspettammo tutti insieme.
Eravamo venuti per aiutare. Questo
era un luogo di speranza.
Quel giorno non eravamo a Livorno, ma in vacanza a Londra. Così quando accadde non ce ne rendemmo conto subito, fino a quando non vedemmo gente raccolta intorno agli schermi televisivi in un grande magazzino, che guardava qualcosa di quasi incredibile.Il giorno dopo siamo andati all'Ambasciata degli Stati Uniti, dove la gente stava deponendo fiori ad un albero drappeggiato con la bandiera americana. Presto ce ne furono troppi e dovettero essere spostati in un altro posto, dove ora si trova il memoriale dell'11 settembre.
(Prima foto: Tiles for America, 7th Avenue at 11th Street, New York)
sabato 10 settembre 2011
Il muro
[Foto di Stefano]
Questo è il muro di contenimento alto cinque metri costruito intorno alla bomba inesplosa da mezza tonnellata trovata durante lo scavo del nuovo canale nel quartiere di Venezia. L'ordigno sarà disinnescato domani, dopo l'evacuazione di seimila persone.Ricerca etichette: nuovo canale
Link esterni: Com'è arrivata qui la bomba? (Video) - Area di evacuazione (Il Tirreno)
Vedi anche: Bombe in copertina - Uno scavo inutile - Canale dei Navicelli - Viale Caprera - Micropali - Venezia Nuova - Un nuovo canale - Crollo - Lo scavo - Costruendo il canale - Fosso di Venezia - La vecchia cantina - Lungo il nuovo canale - In costruzione - La bomba - La bomba sepolta - Modulblock
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